Nel ciclismo, l'opera del massaggiatore è fondamentale.
In particolare nei giri a tappe, ogni sera le sue mani devono rimettere in sesto le gambe dei corridori, sciogliendo l'acido lattico e i nodi che si formano nelle fibre muscolari, per rimetterli in grado di ripetere lo sforzo anche il giorno dopo, e così per molti giorni.
Le mani esperte di Walter Malavolta, nato a Modena il 14 maggio 1912 e deceduto a Bologna il 19 luglio 2006, hanno alleviato le fatiche dei polpacci di Coppi, Moser, Fondriest, e molti altri. Massaggiatore azzurro e di grandi squadre ciclistiche come Vittadello, Ferretti, Torpado, Gis, Magniflex, Filotex, Vibor, Campagnolo, Gazzola. Anche i muscoli del giovane Pantani, dilettante della Giacobazzi, sono stati accarezzati dalle sue 'mani di velluto'.
Lavorò al seguito della squadra azzurra in Olimpiadi e Campionati del Mondo, e poi i Giri d'Italia, i Tour de France, le Vuelte spagnole, Giri d'Abruzzo, di Campania, del Lazio... "Oltre una trentina di Giri d'Italia e altrettanti Tour", ricorda il figlio Franco. "Mio padre era lontano da casa per almeno sette mesi. Da una Vuelta portò a manifesto di una corrida lo fece incorniciare e ci appiccicò sopra i suoi tesserini sportivi di massaggiatore". Masseur, "masajista Vitadello come diceva il tesserino della Vuelta a Espana" del 1967. Nel 1971 era nella squadra Ferretti quando il suo portacolori, lo svedese Gosta Pettersson, vinse il Giro d'Italia.